Stavo rileggendo quello che ho scritto ieri notte. Devo precisare che non ero incazzato anche se il tono può sembrare forte. Semplicemente stavo ridendo di me stesso perchè in fondo è stato un weekend fantastico!
Allora, cominciamo dal principio.
Venerdì.
C'è grande aria di festa, per tutto il giorno sento parlare di tre, quattro feste diverse, ricevo diversi inviti. Si comincia con una grande cena in dormitorio con tutti gli erasmus e diversi polacchi. L'appuntamento è perfettamente fissato per le nove; io infatti torno da shaolin alle 8.30, il tempo di una calma doccia e pronti si va a mangiare. Sì, mi piacerebbe. Le mie chiavi sono dentro la camera, chiusa a chiave perchè Thomas è in città vecchia. E la città vecchia è a trenta minuti da qui. Fra andare, tornare, riuscire finalmente a lavarmi e darmi un aspetto decente si fanno le 10.30, il cibo è quasi finito, tutti sono già ubriachi e io non ho neanche iniziato a bere. Opto per un mix veloce di vodka, birra e sangria (ingurgitati in momenti differenti, ma che importa, nello stomaco si mischia tutto), e verso le 11 Clemente mi dice che una polacca con tre amiche lo sta aspettando al Parlament, club in città vecchia. Il mio cervello neanche si attiva per pensare, e siamo subito sul taxi diretti a tale locale. Dopo piccole difficoltà per trovarle, dritta in faccia l'amara verità: a volte è meglio pensare. Lei è un figa e per poco non se lo scopa nel locale, le tre amiche sono indescrivibili. Insomma, dopo due minuti passati al loro tavolo me ne vado a ballare, come sempre aspettando che vengano a me. E vengono, ma niente di accettabile per una notte del genere. Si fanno le due, il locale si svuota, rimangono poche ma buone. Due troiette mi ballano attorno, si avvicinano e poi si allontanano di nuovo. Lo fanno un paio di volte. Giocano pesante, e non mi resta che adattarmi. Tattica su tattica lentamente si balla sempre più vicino, ma dopo un quarto d'ora di queste stupide cazzate mi stanco, giocano davvero troppo duro, cazzi loro. Si avvicina un'altra, carina, molto carina. Mi lancia qualche occhiata, si avvicina ancora di più. Nessun gioco con lei, solo un sorriso reciproco a dire "sì, ti voglio" e si balla insieme. Ci si struscia un pochettino, anche se lei è piuttosto freddina, poi comincia anche a parlarmi, segno inequivocabile che la serata finirà in un certo modo. Ancora una volta, mi piacerebbe. 3 minuti dopo che l'ultimo nightbus è passato e prima di avere il tempo di fare qualsiasi cosa con lei mi dice che deve andare... Mi dà il numero, ma lei non è di Danzica, bensì di Poznan. Caso vuole che all'inizio di dicembre ci sarà un viaggio laggiù e magari riesco anche a rivederla. Sperem, e se no pazienza.
Per far ciò, tra l'altro, ho tirato un bidone immenso a Alina, la vicina figa, che mi aveva chiesto di andare con lei a Melmak, club per studenti a 20 metri dal dormitorio. In realtà ci vado a Melmak, ma sono già quasi le quattro e di lei nessuna traccia. Spero non me ne vorrà. Si fanno le 4.30, ora di andare a prepararsi perchè il treno parte alle 6.30. Incredibilmente, nonostante la stanchezza e la notevole quantità di sangue nella birra, tutti riescono ad essere alla stazione in tempo. Si parte, si dorme, si arriva.
Sabato.L'ostello è ben riconoscibile da un lenzuolo verde fosforescente appeso alla finestra con l'inequivocabile scritta [HOSTEL]. E' molto carino, le stanze sono semplici camere con semplici letti ikea, niente di che, ma perfetti per passarci 3-4 ore di notte. Di sotto un salottino ikea molto molto accogliente, tv satellitare, canali italiani.
Sono le 11, si va per un giro nel parco fra piccioni, anatre, gabbiani e pavoni. Interessante il confronto fra un maschio con la coda aperta che ci provava spudoratamente con un paio di femmine e un tedesco che gli voleva fregare le compagne. Il tutto si è concluso con il maschio che camminando all'indietro verso il tedesco gli ha palesemente mostrato il culo, facendo sobbalzare le chiappe a pochi centimetri dal naso del tedesco. Way to go!
Dopo una zuppa di broccoli (che qui, spero con umorismo, chiamano "pranzo") visita al palazzo della cultura, dono di Stalin alla Polonia. Veloce vista di Varsavia dalla cime della torre, poi, ormai buio, ci si rifugia in un pub per un aperitivo mentre i portoghesi vanno in ostello a dormire in attesa della cena. Noi invece si va in giro per le strade della città, e dopo continue richieste riusciamo a convincere Daria, polacca, a portarci a un kebab. Dopo un kebab decente, seppur niente di che, è ormai ora per un'altro kebab. Dopo questo secondo kebab finalmente ci sentiamo uomini, e possiamo tornare in ostello. E la sera è tutto un programma, caratterizzato, come anticipato nel post precedente, dalla polacca (Agnieska) che cede all'idiozia di un portoghese troppo pieno di sè per accorgersi di essere stupido e per niente divertente.
(to be continued...)
(ora vado a mangiare)