28 novembre 2005

Where is my mind?

Emptyness, I see nothing but emptyness. You fly, and you run. And you fall, and you fall again because it just feels good. Low physical pleasure in order to avoid thinking. Sansations, rough sensations that oft stop in the moment they reach the skin, not able to penetrate any further. But good ormons are spread throughout your body anyway, so that you simply feel good. Just forget about the time you get home alone, in your bed, when you realize you have nothing but what you had the hour before. Because tomorrow you will fall again, and run above the clouds, and be immersed in the sun, and fly from the top of the hill, believing it is a mountain.
The whole time trying to be who you are not and who you hate the most. And they are so beautiful you just can't choose. No, you have no more principles, that's the reason. No choice is possible with lack of principles. What's good, what's bad you don't know. But it feels good, so what the hell go out and hit the town. You used to be a thousand feet deep, now you are not much more than a puddle.
 
posted by MJ at 23:42, | 2 comments
23 novembre 2005

Warszawa - cont'd/2

Sabato sera.
Allora, come dicevo, Agnieska ha (de)ceduto alle brutali avance del portoghese. Il che mi fa capire che queste qua più di tanto spessore non ce l'hanno. Ma in fondo è proprio quello che cercavo, quindi sono anche un po' cazzi miei. La serata è cominciata ottimamente in un pub con una birra gratis, alla quale si è aggiunta la birra di Agnieska (un'altra) perchè a lei non piace, alla quale si è aggiunta una terza semplicemente perchè ho detto che ancora non avevo avuto la mia birra.
Ci siamo quindi trasferiti in un club, carino, niente di particolare. A parte che la birra costava ben 8 sloty (2 euro). Balli e strusciate come di consueto con diverse creature, e lì finalmente si consuma il delitto, che devo dire era più che aspettato. Sinceramente ora (giovedì 24 novembre) sono fermamente convinto che chi ci ha perso è lei. Di ragazze del genere ne è piena la Polonia, di persone come me è già molto difficile trovarne in Italia, qui poi non se ne parla proprio. Vorrei specificare che non c'è assolutamente nessuna ironia in quanto ho scritto. La serata va avanti fra birre e vodche, e si fanno le quattro. Tutti quanti stanchi, si decide di andare a dormire. Non prima però di un buon kebab, ovviamente. Solo io e Mario (deGerman) però e abbiamo voglia, e chiediamo agli altri di aspettarci 10 minuti all'uscita del club, giusto il tempo di andare al kebab dall'altra parte della strada. Non c'è bisogno di dire che quando siamo tornati con la nostra fonte della felicità in mano lì non c'era più nessuno. Voglia di camminare zero, si prende il taxi (dopo un breve incontro con altri italiani trovati per caso per strada). Arriviamo in ostello con 9,70 sloty (1 euro a testa) e non c'è nessuno. Ci facciamo un doccia con calma, usciamo, e dal corridoio sentiamo delle voci. Risultato della serata: noi con la pancia piena, puliti e profumati, belli riposati, e pronti per la nanna; loro... be'... potete immaginare.

Domenica.
Colazione dalle 10 alle 11. Un'ora in relax prima di uscire per una nuova escursione, destinazione il castello. Come il club, carino, niente di speciale. All'uscita i portoghesi danno spettacolo di sè: cappello sul marciapiede, cori delle loro università, di fianco una statua vivente. Finita la messinscena si va al Monumento al Milite Ignoto, niente a che vedere con quello che abbiamo a Roma ovviamente, ma arriviamo giusto in tempo per il cambio della guardia. Cosa ridicola come in tutto il mondo, ma si sa, guardare i soldatini ha sempre il suo fascino. Una nota negativa però: è vietato far ridere le guardie... A questo punto dobbiamo decidere se seguire il gruppo che va nella città vecchia, o quello che va al museo multimediale su Varsavia. Optiamo per il museo, che pare piuttosto interessante, e dopo un frugale (molto frugale) pasto per qualche motivo ancora poco chiaro ci ritroviamo nel salottino dell'ostello con vodka, arachidi, cioccolata e musica francese. Una perfetta domenica pomeriggio insomma.
Del ritorno in treno niente di particolare da segnalare, più interessante la serata: invito nell'appartamento delle francesi per una vodka in compagnia. Una perfetta domenica sera. Quasi perfetta. Al ritorno, sul treno che mi riporta al dormitorio, mi accorgo di essere stranamente leggero... Lo zaino è rimasto dalle francesi. Il che è una scusa per un tè il lunedì pomeriggio, nonchè una terribile perdita di tempo perchè fra andata e ritorno ci ho speso almeno un'ora e mezza. La frase del lunedì sera è "I got my backpack back.", da pronunciarsi un po' alla Eminem.
E questo è tutto da Varsavia, magari fra un po' pubblico le foto. E magari pubblico anche quelle da Cracovia. Oppure mi faccio una vodka.
Pa pa.
 
posted by MJ at 20:48, | 10 comments
21 novembre 2005

Warszawa - cont'd

Stavo rileggendo quello che ho scritto ieri notte. Devo precisare che non ero incazzato anche se il tono può sembrare forte. Semplicemente stavo ridendo di me stesso perchè in fondo è stato un weekend fantastico!
Allora, cominciamo dal principio.

Venerdì.

C'è grande aria di festa, per tutto il giorno sento parlare di tre, quattro feste diverse, ricevo diversi inviti. Si comincia con una grande cena in dormitorio con tutti gli erasmus e diversi polacchi. L'appuntamento è perfettamente fissato per le nove; io infatti torno da shaolin alle 8.30, il tempo di una calma doccia e pronti si va a mangiare. Sì, mi piacerebbe. Le mie chiavi sono dentro la camera, chiusa a chiave perchè Thomas è in città vecchia. E la città vecchia è a trenta minuti da qui. Fra andare, tornare, riuscire finalmente a lavarmi e darmi un aspetto decente si fanno le 10.30, il cibo è quasi finito, tutti sono già ubriachi e io non ho neanche iniziato a bere. Opto per un mix veloce di vodka, birra e sangria (ingurgitati in momenti differenti, ma che importa, nello stomaco si mischia tutto), e verso le 11 Clemente mi dice che una polacca con tre amiche lo sta aspettando al Parlament, club in città vecchia. Il mio cervello neanche si attiva per pensare, e siamo subito sul taxi diretti a tale locale. Dopo piccole difficoltà per trovarle, dritta in faccia l'amara verità: a volte è meglio pensare. Lei è un figa e per poco non se lo scopa nel locale, le tre amiche sono indescrivibili. Insomma, dopo due minuti passati al loro tavolo me ne vado a ballare, come sempre aspettando che vengano a me. E vengono, ma niente di accettabile per una notte del genere. Si fanno le due, il locale si svuota, rimangono poche ma buone. Due troiette mi ballano attorno, si avvicinano e poi si allontanano di nuovo. Lo fanno un paio di volte. Giocano pesante, e non mi resta che adattarmi. Tattica su tattica lentamente si balla sempre più vicino, ma dopo un quarto d'ora di queste stupide cazzate mi stanco, giocano davvero troppo duro, cazzi loro. Si avvicina un'altra, carina, molto carina. Mi lancia qualche occhiata, si avvicina ancora di più. Nessun gioco con lei, solo un sorriso reciproco a dire "sì, ti voglio" e si balla insieme. Ci si struscia un pochettino, anche se lei è piuttosto freddina, poi comincia anche a parlarmi, segno inequivocabile che la serata finirà in un certo modo. Ancora una volta, mi piacerebbe. 3 minuti dopo che l'ultimo nightbus è passato e prima di avere il tempo di fare qualsiasi cosa con lei mi dice che deve andare... Mi dà il numero, ma lei non è di Danzica, bensì di Poznan. Caso vuole che all'inizio di dicembre ci sarà un viaggio laggiù e magari riesco anche a rivederla. Sperem, e se no pazienza.
Per far ciò, tra l'altro, ho tirato un bidone immenso a Alina, la vicina figa, che mi aveva chiesto di andare con lei a Melmak, club per studenti a 20 metri dal dormitorio. In realtà ci vado a Melmak, ma sono già quasi le quattro e di lei nessuna traccia. Spero non me ne vorrà. Si fanno le 4.30, ora di andare a prepararsi perchè il treno parte alle 6.30. Incredibilmente, nonostante la stanchezza e la notevole quantità di sangue nella birra, tutti riescono ad essere alla stazione in tempo. Si parte, si dorme, si arriva.

Sabato.
L'ostello è ben riconoscibile da un lenzuolo verde fosforescente appeso alla finestra con l'inequivocabile scritta [HOSTEL]. E' molto carino, le stanze sono semplici camere con semplici letti ikea, niente di che, ma perfetti per passarci 3-4 ore di notte. Di sotto un salottino ikea molto molto accogliente, tv satellitare, canali italiani.
Sono le 11, si va per un giro nel parco fra piccioni, anatre, gabbiani e pavoni. Interessante il confronto fra un maschio con la coda aperta che ci provava spudoratamente con un paio di femmine e un tedesco che gli voleva fregare le compagne. Il tutto si è concluso con il maschio che camminando all'indietro verso il tedesco gli ha palesemente mostrato il culo, facendo sobbalzare le chiappe a pochi centimetri dal naso del tedesco. Way to go!
Dopo una zuppa di broccoli (che qui, spero con umorismo, chiamano "pranzo") visita al palazzo della cultura, dono di Stalin alla Polonia. Veloce vista di Varsavia dalla cime della torre, poi, ormai buio, ci si rifugia in un pub per un aperitivo mentre i portoghesi vanno in ostello a dormire in attesa della cena. Noi invece si va in giro per le strade della città, e dopo continue richieste riusciamo a convincere Daria, polacca, a portarci a un kebab. Dopo un kebab decente, seppur niente di che, è ormai ora per un'altro kebab. Dopo questo secondo kebab finalmente ci sentiamo uomini, e possiamo tornare in ostello. E la sera è tutto un programma, caratterizzato, come anticipato nel post precedente, dalla polacca (Agnieska) che cede all'idiozia di un portoghese troppo pieno di sè per accorgersi di essere stupido e per niente divertente.

(to be continued...)
(ora vado a mangiare)
 
posted by MJ at 13:31, | 3 comments

Warszawa

Sono tornato ora. Bello brutto non lo so, sentimenti contrastanti mi confondono le idee. Il mio zaino è a Sopot (30 minuti di treno da qui più 30 minuti per raggiungere la stazione) nell'appartamento di 2 francesi con cui ho apena bevuto della vodka. Cazzo. Domani ci devo tornare perchè lì ho spazzolino e rasoio... Curva.
Non ho un cazzo di voglia di raccontare ora quello che mi è successo, forse lo farò domani. Volevo solo dire che la blondinka è una troia come le altre e che scoprire ciò mi ha provocato una grossa delusione, alla quale non hanno rimediato neppure uno sparo di vodka, un litro di birra e un kebab. Che si inculi, chi ci perde è lei. Almeno questo è quello che sto cercando di autoinculcarmi.
Vabbe' abbastanza deliri per ora, buonanotte e vaffanculo alle polacche. Saluti...
 
posted by MJ at 02:41, | 1 comments
18 novembre 2005

E neve fu


Io dormivo, ma mi hanno detto che i portoghesi alle 4.30 di notte sono impazziti per la neve...
 
posted by MJ at 13:28, | 2 comments
15 novembre 2005

Il Mandarinka e le polacche - cont'd

Allora, finalmente ho del tempo per aggiornare il blog, con il cervello in pappa dopo spagnolo o polacco.
Il luogo in questione presenta un ambiente piuttosto omogeneo, sebbene con alcune differenze, nella flora e nella fauna, a seconda dell'altezza raggiunta. Generalmente si usa suddividerlo in tre parti, a seconda dell'elevazione sul mare. Il livello 0, posto a livello del mare, presenta un'ingresso relativamente stretto che si va ad allargare immediatamente per poi però stringersi nuovamente in corrispondenza delle vie di ascensione. Questa particolare conformazione del territorio ha degli effetti particolari sulla fauna locale, che comunque è generalmente più anziana (i giovani dei branchi sogliono inoltrarsi a ben altre altitudini). Quando degli individui maschi riescono a superare la soglia, vengono a trovarsi immediatamente al centro di una radura, ai bordi della quale le femmine pascolano, pasturano e osservano.
In questo momento comincia la fase del corteggiamento, inizialmente non rivolto a nessun essere in particolare. Si tratta semplicemente di sfoggiare sè stessi, e sebbene abbia poca importanza nella scelta finale del partner, ha un notevole effetto sul comportamento degli individui maschi nelle successive ore. E' una sorta di prova generale. E' stato più volte osservato che mentre gli individui più anziani o con meno esperienza si soffermano e dedicano la loro attenzione alle numerose femmine del luogo, i più giovani e forti guardando dritto davanti a sè si dirigono spediti verso la via di accesso al secondo livello. Sebbene apparentemente non sembrano curarsi degli individui che li circondano, in realtà sono ben coscienti delle numerose teste che si alzano al loro passaggio.
Questi individui si dirigono quindi direttamente al secondo livello superando, senza mai abbassare lo sguardo, l'impervia via di ascensione. Da questa si sbuca d'improvviso in un'altra radura, poco più grande della prima. Si può osservare un territorio in genere più brullo ma allo stesso tempo più affollato e rumoroso. E' curioso notare come la maggior parte degli individui, qui, muovono il proprio corpo (a volte il capo, altre volte le zampe, altre volte come in preda a un attacco di epilessia ogni arto) seguendo rozzamente il ritmo assordante di questo rumore di sottofondo. La maggior parte degli individui si sofferma brevemente in questo luogo a rinfrescarsi, e si può notare che molti di essi cedono parte del proprio pelo in cambio di una sorta di pegno. Gli individui maschi inoltre scompaiono inspiegabilmente dentro delle caverne, per riuscirne dopo pochi minuti visibilmente sollevati. Qui la fauna è generalmente più giovane.
Un'altra via, molto simile alla precedente, porta sulla sommità del monte. In questo luogo il rumore (probabilmente causato dalle forti correnti di aria fredda che investono l'altipiano da differenti punti) è ancora più forte, ma allo stesso tempo gli individui paiono molto più attivi rispetto al livello precedente. Il territorio è quasi desertico, nonostante ciò la maggior parte degli animali non si sposta in quanto non c'è possibilità di movimento per il sovraffollamento. Molti individui sembrano camminare, o addirittura correre, sul proprio posto. Ad un'estremità dell'altipiano individui grossi e visibilmente attempati (e stempiati) sono circondati da piccole femmine. Nel resto del terreno bazzicano branchi poco numerosi composti generalmente da un'unico sesso. Nel corso del tempo questi branchi mutano tuttavia radicalmente, intrecciandosi e disfacendosi. I maschi, che hanno raggiunto la vetta senza sommermarsi al secondo livello, qui tengono diversi comportamenti che sono stati classificati. Il comportamente del gatto morto è proprio di quegli individui che si muovono imitando i movimenti di una qualsiasi femmina da dietro e osservandone costantemente la coda, o le zampe posteriori. Viene osservato nella maggior parte degli individui. In questi casi generalmente la femmina si sposta ringhiando, e il gatto morto sceglie un'altro obiettivo. Questi individui sono conosciuti per avere un'eccezionale resistenza fisica, infatti sono capaci di sostenere questo comportamento per ore e ore. Il comportamento del magnaccia, o pimp, è invece di quegli individui, di cui si è già parlato, generalmente circondati da giovani femmine con poca esperienza. Si pensa che questi possano essere una sorta di educatori del branco. Il deitalian è probabilmente il più raro in questi luoghi, anche se in particolari nottate sono stati osservati assemblamenti di un certo peso. E' usanza per questi individui esprimersi con versi molto alti. Il loro corteggiamente non è stato ancora totalmente compreso. Questi individui si spostano continuamente fra il secondo livello e l'altopiano, non guardano nessuno, si muovo seguendo perfettamente il rumore di sottofondo e in ogni posto dove si soffermano vengono presto raggiunti da femmine. In questo caso avviene una sorta di inversione delle parti, in quanto sono le femmine a portare avanti il rituale del corteggiamento, caratterizzato a questo punto dal mettere in mostra e far sobbalzare due protuberanze che gli esseri femminili hanno poco sotto il capo. I maschi però non sembrano attratti dalle femmine, in quanto non appena vengono circondati, si spostano in un altro luogo. Un'altra teoria interpretativa pensa invece che questi individui considerino una sorta di conferma della propria importanza l'essere circondati da quante più femmine possibili.

Questo luogo è considerato un'oasi di estrema importanza per le scienze sociali e psicologiche, in quanto si crede che il comportamento tenuto dalla fauna del luogo risembli in qualche modo le prime forme di società di uomini. Risalendo alla sorgente, quindi, si spera di trovare la chiave per comprendere le dinamiche individuali e di gruppo dell'uomo moderno.
 
posted by MJ at 17:19, | 4 comments
12 novembre 2005

Il Mandarinka e le polacche

Vorrei scrivere un post su questo argomento, ma ora non ho tempo. Magari vi aggiorno quando torno domani mattina. Dal mandarinka.
Sta polacca si comporta in modo strano, ma stasera non c'è ;-)...
A presto
 
posted by MJ at 20:46, | 3 comments
09 novembre 2005

Strip in Krakòw

ATTENZIONE!
Queste immagini sono riservate ad un pubblico adulto.


















Giusto per sciogliere ogni eventuale dubbio, il fatto che non appaiano donne nelle foto non è perchè eravamo in un gay club, bensì perchè guardavano e fotografavano. Queste foto sono solo una minima parte di una delle fotocamere che giravano fra le loro mani...
 
posted by MJ at 18:39, | 1 comments
07 novembre 2005

Falluja

Non ci credo. Non ci voglio credere. Sono tornato da Auschwitz sette giorni fa, vi assicuro, con la ferma convinzione che in un modo o nell'altro fosse stato una grande lezione per tutti. Per tutti.
Quando si poserà il vento?

http://www.rainews24.rai.it/ran24/inchiesta/default_02112005.asp
http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=57784
 
posted by MJ at 22:44, | 3 comments
05 novembre 2005

Krakòw

E' una bellissima città, anche se come al solito qui ne sono così entusiasti da parlarne come se fosse la più bella città del mondo. Ma vale assolutamente la pena di essere visitata! Magari non come l'hanno fatto fare a noi...
Allora, immaginate due guide polacche (fighe, ma nord-europee) e al loro seguito una ventina di sud-europei, per la maggior parte portoghesi. Ho detto tutto. Il loro concetto di sightseeing era di fermarsi un paio di minuti e dire due parole su una certa chiesa, poi correre in un altro certo posto caratteristico e soffermercisi un altro paio di minuti, poi correre da un'altra parte ancora. Il tutto rigorosamente dopo le 5, cioè col buio. Loro correvano, noi camminavamo, loro aspettavano e commentavano che eravamo il peggior gruppo venuto a visitare Cracovia...
Il risultato è stato che il secondo giorno - pardon, la seconda sera - abbiamo perso di vista le guide e ci siamo visitati la città per conto nostro, con i nostri tempi. E finalmente abbiamo scoperto Cracovia, che non è la piazza del mercato e il castello (del quale tra l'altro ci hanno fatto vedere solo la cappella adiacente), ma è strade, gente, negozi, caffè, atmosfere. Ma come coglierle se si passa il tempo a correre da una chiesa all'altra?
Nel mezzo c'è stata una visita alle miniere di sale, dove alcune sale sono state scolpite nel sale e sembrano fatte di marmo. Nel prezzo del biglietto erano compresi tre chili di sale (da leccare o portar via, a scelta) e una sosta di mezz'ora ai negozi di souvenir dentro le miniere, 70 metri sotto la superficie, in attesa che la guida ci permettesse di prendere l'ascensore per salire.
Di Auschwitz (Oswiecim in polacco) ho già parlato, peccato solo che non ci abbiano portato anche a Birkenau, luogo di esecuzione della Risoluzione Finale.
Dello strip-tease... be'... pubblicherò presto le foto, altro che Full Monty ;-)

ps: la visita a Cracovia, in occasione del ponte dei morti, è la ragione per cui non ho più aggiornato il blog.
 
posted by MJ at 14:52, | 3 comments
03 novembre 2005

Oswiecim

Le parole morte e terrore non servono a niente, in un posto come questo. E guardare fotografie, documentari, leggere libri di storia è niente. Passarci tre ore di persona, e il "campo" ti prende, ti scuote, rivolta i tuoi principi, annulla i tuoi pensieri. Poi si presenta di fronte a te, dietro a case di mattoni ordinatamente disposte, pensate per alloggiare l'esercito polacco. Mi ricorda un ricostruzione della Edmonton del diciannovesimo secolo che ho visitato qualche anno fa, quegli edifici del passato non toccati dai tempi moderni e le giacche colorate dei turisti con la digitale in mano. La regina di tutte le giustapposizioni. E' una mattina relativamente calda, c'è il sole. Puoi sforzarti di non pensare. Se ci riesci. Ma sai dove ti trovi.
Primo edificio, la deportazione.
Secondo edificio, lo sterminio.
E poi i mucchi di oggetti appartenuti a prigionieri, i mucchi di capelli, le condizioni di vita. E a questo punto o pensi ad altro o piangi. Sul serio.
Un prigioniero scappa, le SS interrogano tutti quelli che vivono nello stesso edificio. Non sanno, o non hanno la forza di parlare. Le SS scelgono dieci prigionieri a caso da uccidere, uno di loro scoppia a piangere e dice che non può morire, che ha moglie e figli. Un prete si offre per essere ucciso al suo posto. Le SS non capiscono, ma accettano. Perchè gli uomini di religione erano trattati peggio degli altri. Il prete viene rinchiuso in una cella senza cibo, dopo tre settimane è ancora vivo. Decidono che è passato troppo tempo, che può diventare una simbolo, una speranza per gli altri prigionieri e lo uccidono.
In quel momento, in quel preciso istante, il Nazismo fu sconfitto. Da qualcosa più grande di lui, che mai avrebbe potuto concepire.
E ancora il muro delle fucilazioni, l'edificio delle punizioni e la prima camera a gas con i forni crematori. Ma a questo punto sei in grado di accettare, semplicemente, quello che è successo, e guardi avanti.
Una mela, un panino e una bottiglietta d'acqua per tutti quelli a cui sono stati negati. Si impara dal passato, ma guai a smettere di guardare avanti.

PS: mi accorgo che questo sono parole, parole, solo parole. Andateci, non c'è altro modo di comprendere quel luogo.
 
posted by MJ at 17:40, |